Il gò è un piccolo pesce bentonico presente nella Laguna di Venezia. Vive a stretto contatto con il fondale, preferendo i fondi fangosi con presenza di fanerogame, soprattutto del genere Zostera, pianta marina dalla quale prende il nome: Zosterisessor ophiocephalus.
La presenza di questa pianta è fondamentale per il gò, in particolare per il suo peculiare comportamento riproduttivo. In primavera, i maschi scavano nel fango, sotto le radici della zostera, il loro nido, il quale ha una struttura unica. È infatti costituito da un’ampia e profonda camera centrale, un’entrata principale e diverse uscite secondarie. Le femmine, dopo essere state corteggiate dal maschio, entrano nel nido e depongono le uova nella camera centrale, attaccandole alle radici della zostera; dopodiché se ne vanno. Sarà infatti il maschio prendersi cura delle uova fino alla schiusa. L’importanza del maschio nel garantire la nascita dei piccoli era risaputa sin dai tempi della Repubblica di Venezia, che aveva vietato la pesca dei maschi di gò nei nidi, la cosiddetta “pesca del go a brasso”.
Le praterie di fanerogame sono importanti non solo per il gò: infatti costituiscono un rifugio e aree dove crescere per molte specie marine. Queste piante sono a loro volta molto sensibili alle condizioni dell’acqua e sono state spesso distrutte da varie attività dell’uomo. Proprio per questo motivo le praterie sono attualmente zone protette e stanno nascendo numerosi progetti di ricerca volti a tutelarle.