Le cooperative e gli attrezzi di pesca

“Le cooperative di pesca si costituiscono tra professionisti che intendono esercitare la pesca o l’allevamento di specie ittiche, in modo condiviso, democratico, autoregolamentato e tutelato”

Nei primi decenni del Novecento sorsero diverse cooperative di pesca alla Giudecca, a Caorle, a Chioggia e a Burano. Negli anni ’40 si contavano cooperative di lavoratori della piccola pesca, dediti alla pesca di valle, di laguna e costiera, a S. Pietro in Volta, Cortellazzo, Pellestrina, Goro e Gorino. Nel 1932 a Chioggia sorse Coopesca, che per molti anni rimase l’unica cooperativa della piccola pesca attiva nella zona. Oggi ci sono molte cooperative attive nel territorio clodiense e comprendono, oltre agli operatori lagunari e della pesca costiera, i pescatori di mare aperto, che si spingono per giorni lontano dalla costa a bordo di moderni motopescherecci.

Le licenze da pesca autorizzate nella marineria di Chioggia comprendono attrezzi da pesca sia passivi che attivi.

Gli attrezzi passivi vengono posizionati in acqua e catturano passivamente il pesce, sfruttandone i movimenti o attirandolo con esche. Sono caratteristici della pesca lagunare e costiera e comprendono attrezzi da posta (tramaglio, barracuda), nasse, palangari e lenze.

Gli attrezzi attivi vengono invece trainati da imbarcazioni e catturano attivamente le specie bersaglio. Sono impiegati, con caratteristiche e dimensioni diverse, sia in mare aperto che sotto costa e in acque lagunari e comprendono: i diversi tipi di reti a strascico (coccia, rapido e volante), la sciabica, la rete a circuizione, la draga idraulica, la draga meccanica.

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